le isole Lerins al largo di Cannes in Costa Azzurra   

 

A poche centinaia di metri dal litorale di Cannes si trovano due isolette: le Lerins.
Abitate sin dall'antichità, oggi si caratterizzano per i manufatti storici e una natura rigogliosa.
Parlerò oggi di Sainte Marguerite, la più vicina e la più estesa (ca. 190 ettari di bosco - con piante di alto fusto. una laguna e macchia mediterranea - attraversati da ampi sentieri per oltre 20 km percorrendo i quali si respira un'atmosfera di tranquillità e di pace che concilia con sè stessi).
Sull'isola sorge anche "Fort Royal", una tetra fortezza edificata intorno alla metà del XVII secolo su resti romani del I secolo a.C. ancora visibili.
Quasi immediatamente il forte ebbe anche la funzione di prigione di stato, una sorta di carcere di massima sicurezza nel quale venivano rinchiusi su ordine del re e senza processo detenuti che venivano considerati pericolosi per la monarchia e l'ordine costituiti: tra questi la "maschera di ferro" (cfr. infra) ma anche protestanti e liberi pensatori. Il visitatore può entrare nelle celle, insolitamente ampie e dotate di camino e servizi igienici, affrescate da murales che ne esprimono la funzione e oggi prive di mobili (a quanto risulta ai prigionieri venivano forniti tende e tappeti).
Il forte ospita anche il museo del mare: costruito sui resti di antiche cisterne romane, accoglie sostanzialmente il contenuto di una nave romana naufragata nei pressi dell'isola nel I secolo a.C. e quello di una imbarcazione saracena del X secolo, proveniente presumibilmente dalla vicina enclave di Frassineto.
All'interno si trovano anche caserme, edifici amministrativi,magazzini, pozzi costruiti sopra cisterne in quanto  destinati a accogliere l'acqua piovana (sull'isola non esistono sorgenti naturali), una cappella, la polveriera e una grande piazza d'armi: il tutto ben conservato e racchiuso in una classica forma a stella, con bastioni possenti nella parte a nord e  alte mura a picco sul mare.

Una visita è senz'altro raccomandabile: anche nella stagione invernale il clima è relativamente mite: il servizio di traghetti dall'imbarcadero di Cannes prevede partenze dalle 7.30 alle 16.30 (l'ultima imbarcazione parte dall'isola alle 16.30, 18.00 nella stagione estiva.

Alfredo Izeta - febbraio 2014


 

           

 

 

LA MASCHERA DI FERRO  Resa celebre da Voltaire e da Alexandre Dumas, la Maschera di ferro è il prigioniero più conosciuto della Storia. Questo “prigioniero di cui nessuno sa il nome, di cui nessuno ha visto il volto, un mistero vivente, ombra, enigma, problema", nelle parole di Victor Hugo, appassionò generazioni di storici e di romanzieri. Gli vennero attribuite una sessantina di identità differenti, la più romanzesca delle quali è certamente quella di fratello gemello di Luigi XIV. Questa ipotesi, ritenuta oggi bislacca, resta comunque il soggetto preferito di film hollywoodiani di gran successo.
34 ANNI DI DETENZIONE  Fu imprigionato 12 anni nella fortezza di Pignerol (a partire dal 1669], sei anni in quella di Exilles, undici anni nel forte di Sainte-Marguerite, fino al 1698, e cinque anni nella fortezza della Bastiglia a Parigi, dove morì e dove fu sepolto, nel 1703. Dopo il decesso, gli effetti personali e la leggendaria maschera [si trattava forse di una maschera di velluto o di pelle, con le articolazioni in metallo?) furono bruciati.
UN CARCERIERE ONNIPOTENTE  Il carceriere della Maschera di ferro, Saint-Mars (Bénigne Dauvergne de Saint-Mars], governatore di tutte le fortezze dove fu incarcerata, fu senza dubbio all’origine del mito del prigioniero senza identità. Non vi fu nessun processo, nulla c’è negli archivi di polizia, non esiste documento di detenzione per la Maschera di ferro, uomo senza identità, privato della libertà di essere visto e che Saint-Mars tenne alla sua mercé per trentaquattro anni.
LA CELLA DELLA MASCHERA DI FERRO  Chiuso a Sainte-Marguerite, non parlava a nessuno e a nessuno poteva mostrare il volto, tranne a Saint-Mars, il suo carceriere. La sua sola occasione di uscita era per assistere tutti i giorni alla messa, davanti a un altare posto nel corridoio, presso la porta della sua cella. La sistemazione della cella, di cui non resta nulla, comprendeva mobili funzionali, tendaggi e tappezzerie ai muri e tappeti al suolo.

 

 

 

 

 

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Amici Comit - febbraio 2014