Quelli che la Banca Commerciale Italiana.....

 

 

Un amico ci ha inviato il comunicato n. 15 del 14 agosto u.s. emesso dall'Anpecomit).
Come tutti i nostri lettori sanno, da tempo il nostro sito è oggetto di violenti attacchi da parte dell'Anpecomit e del suo presidente che non accetta critiche al suo operato: anche in questa occasione abbiamo notato che il Masia ci ha "gratificati" inserendo un ampio spazio che contiene  il consueto elevato quantitativo di minacce, insulti, illazioni e frasi gratuite.
Per una pacata e succinta replica (non amiamo i "lenzuoli" di bersaniana memoria) inseriamo in questa pagina solo le parti che ci sono state "dedicate", in quanto non abbiamo le cognizioni giuridiche per commentare il resto: le nostre osservazioni sull'evolversi dell'amara vicenda Fondocomit sono frutto di buon senso e potrebbero benissimo venire stravolte dalla giurisprudenza.
Ecco di che si tratta (in rosso le nostre osservazioni):
  • PRIMO SPEZZONE DEL COMUNICATO N. 15 - .....per  attaccarci, denigrare la nostra posizione processuale ed invitare i nostri soci ad un ennesimo sondaggio con maniere e metodi che non sappiamo, ma lo accerteremo, quanto siano legali e consentite ad un sito privato di carattere culturale e non certamente parte in causa in questa specifica materia. Per quanto ovvio ci sentiamo violentati. Innanzitutto non abbiamo mai denigrato la posizione processuale  Anpecomit ma ci siamo solo rammaricati della sua insistenza dopo una decina d'anni di cause senza successi apprezzabili. Confermiamo inoltre che PIAZZA SCALA si sente parte in causa date le centinaia di mail di apprezzamento (ma anche di critica, ci mancherebbe altro...) e di richiesta di chiarimenti e/o di interventi che riceviamo dai colleghi ex Comit (anche da coloro che si dichiarano soci Anpecomit) che ci onorano con oltre 10.000 visite al mese. Ricordiamo al nostro interlocutore che non trattiamo solo la cultura ma anche l'attualità, legata soprattutto alle vicende degli ex Comit: infatti sulla home page si legge fra l'altro ".....abbiamo scelto il nome di Piazza Scala. Ci piacerebbe che divenisse il punto di scambio di relazioni interpersonali. Ci piacerebbe che tutti gli amici, si potessero incontrare per il semplice piacere di rivedersi, parlarsi e raccontarsi. Ci piacerebbe che questo nostro spazio virtuale divenisse una “agorà”, il luogo degli incontri e degli scambi di opinioni, di una piazza aperta e frequentata da tutti.....", cosa che in effetti è avvenuta. Il sondaggio rivolto solo ai ricorrenti Anpecomit: il modulo spedisce le opinioni all'indirizzo Anpecomit e a quello di Masia (che consideriamo strumentale all'associazione), con due campi obbligatori, nome e indirizzo mail, quindi verificabili con una telefonata a chi partecipa. Siamo stati costretti ad approntarlo in quanto accusati dal Masia di manipolare i risultati di altri nostri sondaggi precedenti (cfr. comunicato 14: "esiti peraltro poco indicativi e poco verificabili del sondaggio", affermazione gravissima  riferita a sondaggi precedenti che ci ha offeso in quanto ci ha definiti mistificatori, e noi non lo siamo!)
     

  • SECONDO SPEZZONE DEL COMUNICATO N. 15 - ....sito Piazza Scala e Associazione Amici Comit, Iacoviello

    Premesso ancora che ne parliamo solo perché chiamati in causa, veniamo per finire a qualche considerazione sull’atteggiamento del sito Piazza Scala e dei suoi titolari che comunque dovranno rispondere e chiarire nelle opportune sedi circa la gravissima e gratuita insinuazione contenuta nella espressione da loro pubblicata, anche attraverso facebook, in data 27-7-2015 circa  le ragioni “che si sussurrano nei corridoi” alla base della testarda posizione assunta dal presidente Masia dell’Anpecomit sulla vicenda. Errore: chiariamo sin d'ora che la nostra intenzione era quella di dissociarci dalle voci che si rincorrono sul web, che abbiamo infatti bollato come infondate (come del resto appariva evidente dalla lettura dell'articolo)

    Abbiamo già scritto che ognuno deve fare la sua strada senza interferenze, prevaricazioni e offese. Che è inutile ed illusorio fare pressioni strumentali su di noi ed i nostri soci, al servizio delle tesi del Fondo, al quale, lo ricordiamo, loro, Piazza Scala e “Amici Comit” non hanno MAI rivolto l’accusa o la critica, che invece noi ripetiamo anche in questa sede di ingiustizia, iniquità, immotivazione. Errato: sul sito Piazza Scala e su Facebook abbiamo più volte scritto che non eravamo in grado di  affrontare l'argomento data la nostra pochezza in campo giuridico. Noi badiamo solo ai fatti e sembra che questi siano contro le tesi Anpecomit: speriamo tuttavia di sbagliarci e auguriamo ai colleghi ricorrenti (se non aderiranno ad alcuna transazione) una vittoria in giudizio, possibile ma secondo noi altamente improbabile dati i precedenti

    • Loro credono veramente di fare bene a rinunciare a priori alla difesa del 27, anche dopo questi due decreti “funebri”, che vanno contro il loro stesso unico e decisivo titolo di credito?
    • Credono che sia stato giusto e corretto procedere all’ulteriore anticipata erogazione di acconti a favore dei soli pensionati ante 98, nei confronti dei quali hanno scritto, come detto sopra, ma senza farne diffusione e pubblicità, che non hanno diritto ad 1 solo €?
    • Credono in una” trattativa” (proposta unilaterale) sulla quale il Fondo non ha MAI  pronunciato una sola  frase pubblica, chiara e trasparente di consenso? Più che crederlo lo auspichiamo fermamente
    • Credono che sia logico e producente presentare la loro richiesta, pur limitata nella cifra e ispirata dal LIBRONE decaduto, privandosi della forza dell’art 27, cioè del loro diritto?
    • Credono che sia efficace invitare di fatto (seppure con contraddizioni e ambiguità) i colleghi perdenti di oggi e quelli che loro e i loro legali, con poca attenzione alla deontologia, ritengono sicuri perdenti di domani a non reagire in Cassazione, spogliandoli così dell’unico strumento di pressione possibile e facendone dei definitivi perdenti? Errore: nessuna contraddizione ed ambiguità; il buon senso (non la legge) ci dice che questa è l'ultima spiaggia per i ricorrenti al fine di ottenere qualcosa, anche se ci auguriamo una loro vittoria nei ricorsi (compreso il ricorrente Antonio Masia)
    • Credono che possa avere successo la loro invadente e petulante pressione del tipo o convergiamo su Iacoviello o perdiamo tutto, o peggio ventilando altre spese per i singoli (dimenticano che sinora nessuno dei nostri ha pagato praticamente quasi niente, a parte la quota annuale di adesione all’associazione di 20 €) visto che, secondo i loro attendibili informatori l’Anpecomit avrebbe le casse vuote? Altri insulti! Se abbiamo sbagliato chiediamo venia: ci era stato riferito che nel corso dell'assemblea Anpecomit di Genova il Masia avrebbe dichiarato che per finanziare le cause l'Anpecomit avrebbe forse chiesto (ai soli ricorrenti?) un piccolo contributo aggiuntivo alla quota ordinaria di iscrizione. Siamo quindi felici di constatare che il contributo non verrà richiesto
    • Credono infine che presentarsi ad una trattativa, ammesso che il Fondo la voglia (e perché la dovrebbe volere questa ipotetica trattativa, se ha dalla sua decreti vittoriosi e magari passate in giudicato perché non opposti, secondo i loro suggerimenti) sia una buona soluzione, a tutela dei loro stessi assistiti? Secondo noi questo dovrebbe essere il vero motivo per tentare immediatamente un accordo, anche individuale, per tutti i 1400 opponenti (soprattutto nell'interesse dei presunti prescritti che più rischiano): se il Fondocomit aderisse si eviterebbero i ricorsi in Cassazione altrimenti ci sarebbe ancora il tempo per continuare il giudizio presso la Suprema Corte

    Credono in tutto ciò?

    Si accomodino e facciano la loro strada, ma senza questo strano, gratuito, maleducato, inaccettabile, continuo disturbo e frastuono, prontamente accompagnato o preceduto da pareri legali inopportuni e negativi o irridenti su tutte le nostre iniziative, di cui si assumono tutta la responsabilità morale e materiale Alla faccia di chi non fa affermazioni gravemente offensive! Vadono pure dove vogliono e con chi vogliono!

    NOI ANPECOMITnon ci stiamo e seguiamo altra strada! Per quella coerenza e difesa del diritto dei colleghi Comit che è alla base della nostra esistenza, come si legge nel nostro atto fondativo e nel nostro periodico.

    Naturalmente i nostri soci possono fare ciò che vogliono, assumendosene le responsabilità. L’Associazione di fronte alle singole volontà, che rispetta, può solamente suggerire alcune riflessioni:

    ·  Si può imporre ad alcuni la volontà di alcuni altri, scaturita, tra l’altro, da uno strumentale sondaggio voluto, organizzato ed imposto da terzi ostili e amici del Fondo? Errore: il sondaggio (auspicato da molti) non è strumentale, è riservato ai soli ricorrenti Anpecomit e non è imposto ad alcuno e Masia può benissimo decidere di non divulgarne i risultati, certo che nessun altro potrà farlo. E' addirittura lapalissiano che non siamo ostili ai colleghi (?!) o amici del Fondo (cioè della banca): solo non vogliamo che dopo dieci anni di sofferenze i ricorrenti (fra l'altro ci si rende conto che molti di loro potrebbero non vedere la fine della vicenda) restino con un pugno di mosche anche quando sono contrari a continuare gli atti: perchè non accettare le singole volontà e cercare una transazione solo per coloro che la desiderano proseguendo gli atti legali solo per i contrari ad un accordo?

Piazza Scala (A. Izeta) - agosto 2015

 

 

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P.S. - ora mi tolgo un sassolino che ho nella scarpa: nel 2011 avevo tentato insieme a Domenico Pizzi di rientrare nell'Anpec e nel suo direttivo; in una prima fase il Masia aveva negato ad entrambi la possibilità di presentarci nelle liste elettorali (tempo scaduto.... come da sua interpretazione dei regolamenti) ma ci spediva regolarmente i suoi comunicati. Tuttavia dopo un paio di mesi un consigliere (di cui non conosco le generalità) avrebbe dichiarato durante un direttivo che "pensare a un mio rientro nell'associazione gli faceva venire mal di stomaco": la mia "riaccettazione" fu allora affidata al giudizio dei probiviri che, capitanati da Buffardi dopo le dimissioni di Folesani, lo insabbiarono elegantemente (almeno penso questo perchè da allora nulla ho più saputo delle decisioni dei probiviri nonostante abbia più volte sollecitato Cortese...).
Tenuto conto che

  • ho versato i 20 euro dell'iscrizione
  • la cifra non mi è mai stata restituita (S.E.& O.)
  • comunque non la voglio indietro

chiedo rispettosamente ad Antonio Masia che il direttivo scelga una delle due ipotesi seguenti da confermarmi via mail:

  • i 20 Euro vengano versati a mio nome ad un ente per la lotta contro il cancro (chiederei di avere copia della ricevuta)
  • i 20 Euro vengano utilizzati per acquistare del Maalox da consegnare allo sconosciuto collega di cui sopra segnalandogli che mi rammarico del grave danno che gli ho arrecato e che cerco tardivamente di rimediare così

Alfredo Izeta (Finale Ligure)

izetaalfredo@tiscali.it

 

 

 

 

 

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