La scorsa settimana, a caldo, fors’anche per devianza professionale da
giornalista ex-bancario, ho privilegiato la tempestività redazionale
rispetto ad una certa pacatezza nel raccontare ciò che è avvenuto
nell’incontro, invero inimmaginabile per certe sue sfumature che sono
riuscite a metterci tutti insieme come fosse il primo giorno di servizio: ne
fa testo quel libro blu delle firme che il perfetto organizzatore, Antonio
Moffa, ha voluto sottopporre alla nostra penna allo scopo di… legalizzare la
presenza lavorativa, questa volta anche per i funzionari che, come si
ricorderà, non erano tenuti a questa incombenza.
A questo proposito ricordo che – ero allora impiegato stagista per… l’Africa
- al lunedì, giornata in cui arrivavo regolarmente un quarto d’ora dopo in
Piazza Scala in quanto il treno da Venezia non arrivava mai in orario,
chiedevo all’amico Maurizio Fusco che, proveniente lui da… Bergamo arrivava
invece in perfetto orario, di firmare per mio conto riservandomi poi
onestamente di recuperare uscendo un quarto d’ora dopo fine giornata:
insomma, come fanno i nostri parlamentari “pianisti” i quali però sono
soliti cancellare i reati con la prescrizione per cose molto più gravi
rispetto ad una sigla messa in ritardo di 15 minuti circa… e mi fermo qui.
Non eravamo in moltissimi a Bellaria, ho scritto, ma è stata una presenza
abbastanza eterogenea dal punto di vista geografico che, in pratica, è
riuscita a coinvolgere l’intero territorio nazionale e non, in quanto i
trasferimenti ai quali siamo stati quasi tutti soggetti, giocoforza ha
allargato lo… spazio d’azione.
In molti ci riconoscevamo dal nome, magari attraverso la memoria visiva
delle firme dell’altro libro che veniva spedito ogni anno in tutto il mondo
(per intenderci non quello blu delle firme di presenza del mattino), altri
perché si erano spesso sentiti al telefono, altri ancora – come lo scrivente
che è stato sottoposto ad un… indovinello da un CSE presente (e chi poteva
operare meglio di lui quanto a… quadratura del cerchio !!), attraverso
riferimenti che hanno portato, con un piccolo aiutino, al nome di Pizzichemi
che avevo conosciuto nella Filiale di Mestre.. ecc.ecc.: lui, come CSE, si
ricordava che non avevo sospettato di una girata su di un assegno…. molto
verosimilmente, distratto, al momento dell’operazione, nell’osservare le
“girate” di una qualche bella presentatrice… ma questa è una boutade.
Ovviamente ognuno di noi aveva qualcosa da raccontare in una dimensione che
accomunava il piacere di sentirsi ancora nel nostro ambiente Comit con una
velata nostalgia del passato, peraltro del tutto priva di rimpianti in
quanto, almeno penso di interpretare il pensiero di tutti, esso è stato
sicuramente all’insegna della serietà, di una rocciosa formazione di vita, e
soprattutto all’insegna di un’etica che non esiste più. Come non esiste più
la Comit a cui, da molto tempo, per rimpiazzarla virtualmente, ho battezzato
la COMIT DUE, senza richiedere il copyright !
Raccontando quanto precede, non vorrei aver dato l’impressione di
sottovalutare le famose “pizzate” milanesi, anzi !, per cui, ad evitare qui
pro quo, io suggerirei di considerare il raduno nazionale, fra nord e sud
come evento annuale, mentre tutti gli altri come appunto le “pizzate”
milanesi, eventi più ubicati verso il nord e quelli come il Gruppo di
Taranto e Martina Franca, verso il Sud.
Il tutto, contrariamente a quanto stanno facendo altri giocando sulla nostra
pelle, rafforzato e consolidato solidamente da un denominatore comune: il
nostro mondo professionale che, per certi versi, come ho detto a Bellaria,
ha aggiunto ulteriori lauree ai titoli di studio che già abbiamo, non
escluso quella principale in “etica”.
Del resto, l’organizzatore dell’evento nazionale, ha fatto scrivere,
addirittura sul menù dell’Hotel Gambrinus, questo pensiero
“CI SONO COSE CHE VOLANO,
GLI UCCELLI, I CALABRONI
E LE COSE CHE RESTANO,
I PROFILI DEI MONTI, LE COLLINE,
L’AMORE E L’ETERNO…….SI……
L’AMORE ETERNO PER LA NOSTRA COMIT “
Alla prossima.
Arnaldo
De Porti (Feltre)
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Amici Comit News - giugno 2014