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LE DOMANDE DI GIANNA E LUCIO
La
notte di Natale, che induce all’intimità familiare, ha sempre qualcosa di
fiabesco per i bimbi. Siamo vicini all’albero allestito da me e mia moglie
che ha cercato di ritagliarsi una mezzoretta dalla vivacità di Gianna e
Lucio.
Siamo vicino all’albero addobbato con le luci alterne di vari colori che
eccitano i nostri figli.
Ad un tratto Gianna, che è sempre imprevedibile, mi rivolge una domandina
semplice semplice .
“Perché non ci racconti qualche Natale di quando eri giovane?”.
Episodi lontani si affacciano alla mente con rinnovata freschezza. Nessun
imbarazzo. Inizio il mio racconto con sorpresa finale che pregusto.
Parecchi anni fa conobbi Amneris (“che bel nome papà..”). Aveva diciotto
anni e lavorava come impiegata nello studio di un avvocato. Fra noi si era
stabilita una reciproca simpati...”perché ridacchi con le manine sulla
bocca? A cosa stai pensando Gianna piccola maliziosa?”.
Dicevo che dal
locale ove Amneris lavorava si accedeva ad un balcone dal quale, previe
intese, alle volte si affacciava per salutarci.
Era una vigilia di Natale quando l’accompagnai a casa. In quella occasione
mi confidò che il suo cuore faceva spesso i capricci procurandole tanta
stanchezza. Ricordo la grande pena che provai per lei.
“ Cosa vuol dire che il cuore faceva i capricci? “ intervenne Lucio.
Mi trovai in difficoltà ma me la cavai.
Devo tanto ad Amneris. Fu lei a presentarmi una sua amica il cui nome vi
rivelerò fra poco.
Di lei mi innamorai subito. Quasi tutte le sere facevamo delle passeggiate
romantiche (“che vuol dire romantiche?” . La solita Gianna!
Vuol dire qualcosa che fa sognare…
Facevamo lunghe passeggiate lungo i viali della citta’ scoprendo tante
affinità e tanti sentimenti in comune
Eravamo felici forse troppo.
. Infatti scoppiò la guerra ed io dovetti partire per il fronte.
“Raccontaci qualcosa della guerra!”
No Lucio . Non stasera.
Rimasi lontano , in Africa per la precisione, due anni.
Quando grazie al cielo tornai , la trovai in attesa alla stazione . Nel
lungo abbraccio che seguì ci proponemmo di rifarci di tante sofferenze. “La
guerra è una gran brutta cosa Lucio”
A questo punto i due sveglissimi fanciulli all’unisono mi apostrofarono “
non ci hai mai detto come si chiamava la tua innamorata!!!.
“Guardatela è lì è la vostra mamma!!”
Come se fossero stati proiettati da una potente molla entrambi si
“abbatterono” su Gina (eccolo il nome) urlando di gioia.
L’emozione fu presto superata dalla praticità. “ Quando apriamo i
pacchetti?”.
“Subito. E’ giunta l’ora. Buon Natale”.
Che meraviglioso Natale.
Giovanni Noera - Modena
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Amici Comit News - Natale 2013