IL BACIO DI NATALE
di
Massimo Messa (Milano)
Amanda
si destreggiava con i tacchi sull'acciottolato della
Brera, come ogni anno affollata nelle notti che
precedono il Natale. Tra le vetrine addobbate e le luci
intermittenti degli alberi e dei presepi, aspettava
l'uomo che le piaceva e che le aveva dato appuntamento
lì, tra la gente cosmopolita della vigilia, tra le
bancarelle di borsette e di tappeti, tra i venditori di
rose e di cappelli, tra gli incensi e i profumi
d'oriente. Infreddolita e col naso un po' arrossato, era
arrivata in anticipo, si era pentita di aver messo
quella gonna stretta con un piccolo spacco che si
intravedeva sotto un capottino attillato. Le riusciva
ancor più faticoso avanzare senza mostrare imbarazzo.
Doveva ingannare l'attesa. Vide alcuni tavolini bassi,
con un mazzo di tarocchi e una candela accesa al centro
di ognuno di essi e, per ognuno di essi, qualcuno stava
seduto su una piccola sedia, una donna o un uomo, in
attesa, nella penombra. Erano chiromanti, cartomanti,
avvolti nelle sciarpe e nei berretti contro il freddo di
Milano. Qualche cartellino indicava: Passato,
Presente e Futuro. Sulle tariffe erano tutti
allineati sui 25 euro. Intorno a ogni tavolo c'era una
sgabello, piccolo come quello di chi suona il piano, di
tela a strisce. Tanti sgabelli vuoti erano lì, per i
clienti che si aspettavano.
Amanda ne adocchiò uno. Il suo cartellino diceva:
Prevedo il Futuro del 2015. Al tavolino stava una
vecchia chiromante, larga di busto, con tanti capelli
neri e un foulard rosso che in buona parte li
nascondeva. Aveva due occhi neri penetranti, che
parevano illuminarsi a ogni sguardo, così in contrasto
con una giovane donna come Amanda, bionda, con occhi
azzurri sull'incarnato pallido attizzato del freddo. La
chiromante spense il mozzicone di sigaro che teneva in
mano e le fece cenno di accomodarsi. Lei si sedette lì,
a fatica, per via della gonna e dei tacchi. Teneva le
ginocchia unite. Era inevitabile. Sotto le ginocchia, le
lunghe gambe si allargavano, i talloni si allontanavano
e le punte delle scarpe si univano. In questa scomoda
posizione, sì sistemò su quel piccolo sgabello che
rasentava il selciato. Si mise la piccola borsa in
grembo e guardò la donna. Si astrasse dal brusio della
Brera di quella notte, sollevò il cartello di cartone e
le disse: "Passato e Futuro non mi interessano, un altro
anno è volato, voglio vivere adesso, sono qui per
incontrarmi per la prima volta con un uomo di cui sono
presa e che vorrei tanto abbracciare".
"Come ti chiami?" le chiese prima di tutto la chiromante
mentre l'aria gelata trasformava il suo alito in un
nugolo di fumo bianco.
"Mi chiamo Amanda e la persona che aspetto si chiama
Angelo".
"Vorresti allora baciarlo questo bell'Angelo, proprio
alla vigilia di Natale... magari sotto il vischio,
immagino" le disse la chiromante.
"Oh sì, per stasera mi basterebbe baciarlo e basta,
soltanto dopo potrei sperare di più".
"Cosa vuoi sapere da me allora: se tutto andrà bene, se
riuscirai a conquistarlo proprio a Natale?".
"Sì, vorrei conquistarlo con un bacio, un bacio
perfetto che irradia l'amore. E' l'unico grande
regalo che chiedo al Natale del 2014".
"Un bacio che stimoli tutto il tuo corpo oppure quello
che tocca la tua anima o entrambe le cose?".
"Entrambe le cose, se deve esser perfetto" rispose
Amanda "Ma non so se esista davvero. Forse è solo un
nome, un bel nome, o forse un'aspirazione, un miraggio,
non essendo di questo mondo la perfezione"."La leggenda
narra... " proseguì la chiromante con una cantilena
adatta ad accompagnare parole imparate a memoria "narra
di un bacio, che era quello promesso dalle sirene a
Ulisse. Ma non era un vero bacio perfetto: era l'arte
sopraffina, quella della seduzione, che consentiva a
quelle donne di pesce codate di nutrirsi dei poveri
marinai che, sventurati, si imbattevano nel loro canto
soave".
"Qual è dunque il vero bacio perfetto?".
"Amor che nullo amato amor perdona... lui sì, l'Amore,
può dare il contributo e la giusta via nella ricerca del
bacio perfetto nel giorno di Natale. Il santo graal
degli amanti è una ricerca estenuante e difficoltosa e,
raramente, porta a trovare quel bacio tanto raro. Si
racconta poi che Orlando abbandonò il suo senno quando
perse il sapore di quel bacio e che la Luna raccolse
quanto di saggio aveva perduto! Perciò la tua ricerca
può essere anche pericolosa e fonte di travagli nel
corpo e nella mente. La prima domanda che ti devo fare è
allora: Vuoi davvero trovare il bacio perfetto? Sei
disposta a mettere in gioco la tua stessa anima?".
"Sì, lo sono!" disse Amanda serrando gli occhi per
rivedere, con la memoria della mente, il viso e il
sorriso del suo Angelo.
"Bene, preparati ad addentrarti nei sinuosi meandri
della fantasia e dei sogni, dove forse si trova
nascosto! Alza lo sguardo alla stella cometa, ma se non
hai paura del senso di vuoto che si respira nella Luna,
se non hai paura dell'esilio dell'anima dal tuo corpo,
del senso di freddo implacabile, allora tieni pure
chiusi gli occhi, il viaggio è cominciato".
Amanda riuscì ad allungare le gambe e ad assumere una
posizione più comoda. Si rilassò mentre la sua mentore
la preparava.
La vecchia distese le sue braccia e strinse le spalle
della giovane donna come per creare una simbiosi. Quindi
proseguì: "La prima cosa da capire è che non esiste il
luogo del bacio perfetto. O per lo meno il posto fisico,
fosse esso un piccolo paese di montagna, con i suoi
tetti di scura ardesia, piuttosto che un grigio palazzo
privo di stile in città. In ogni angolo esso può
celarsi, così come in nessun posto del mondo
conosciuto".
"Ma allora dove si nasconde?" Amanda era confusa ma
suadente come ogni giovane donna pronta per l'amore.
"Eppure è così semplice!" concluse la chiromante "Non si
trova fuori di noi, ma alberga dentro il nostro ardore.
E' lì da sempre, non si è mai mosso, o non ancora, se
mai lo hai trovato. Dorme nel suo giaciglio di rose,
senza far rumore, tanto che ad ascoltarlo sentiresti
solo il cuore tuo che batte, ma non il suo respiro. Ma
se non lo senti, né puoi vederlo, è facile dubitare
della sua stessa esistenza e, allora, ecco che già c'è
chi rinuncia alla sua ricerca. Nessuno ama rincorrere
fantasmi, piuttosto è preferibile fuggire da essi. Ma il
bacio perfetto esiste davvero. Non fermarti alla prima
difficoltà e chiama sogni quei fantasmi!".
Quando Amanda riaprì gli occhi, la chiromante era
scomparsa. Al suo posto era rimasto soltanto un
alberello di natale evanescente. Da un locale proveniva
la musica di una canzonetta: Nella grande tartaruga
con i tetti a scaglie grigie si rincorrono gli odori, i
colori e le sottane, nel gran ventre del paese ci son
posti che sono strani certe volte anche per me...
Un po' stordita, si rese di nuovo conto di essere
seduta tra la gente della notte di Natale, ma non
dimenticò la morale del bacio perfetto che le era stata
spiegata. Amanda aveva capito che il bacio perfetto è
nei nostri sogni come nei propri sogni era quell'uomo
perfetto che si chiamava Angelo. Si alzò, si tolse le
scarpe da sera, e ritornò sui suoi passi. Mentre il
campanile di Santa Maria del Carmine batteva i rintocchi
della mezzanotte, mosse i suoi piedi intirizziti con
moderata fretta perché sapeva che, in quella notte di
Natale, avrebbe dovuto... sognare.
Massimo Messa
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