Inno alla Bellezza

di Carlo Casu (Milano)

 

“Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace”: recita da sempre il detto popolare e... non solo.
Ma stanno veramente così le cose, che il giudizio personale è indiscutibile arbitro nel giudizio estetico se una cosa, un soggetto o persino una persona siano veramente belli? Il pensatore E.Kant (Critica del giudizio) e molti altri pensatori, non sono d’accordo, perché è vero che il giudizio è di esclusiva pertinenza dell’uomo, come persona, ma deve avere sempre la qualità di essere “un giudizio universale” e riconoscibile da tutti o dalla gran massa della gente.
E. Kant afferma che in fondo trattasi di un sentimento, il sentimento del bello che noi riflettiamo sull’oggetto o sulla persona. Secondo Edmondo Canepi (L’utopia dell’assoluto) si tratta di un confronto fra quello che noi percepiamo e l’immagine pura e perfetta di cui noi conserviamo una copia nella nostra cosciente immaginazione, o specchio dello spirito. Ciò richiama molto il “Mondo delle idee” di Platone.... Perché ciò che appartiene allo spirito non è di derivazione umana e naturale.. L’uomo possiede lo spirito che non è l’anima ma una forma o essenza universale che ci rende diversi dagli animali , come qualcosa di divino (diremmo così!) che c’è in noi. Lo spirito è anche e soprattutto Ragione, ma è anche tutte le svariate qualità dell’uomo, la sua capacità creativa, i suoi sentimenti, la fantasia ecc. Lo spirito sovrintende a tutte le capacità ed espressioni umane, quindi anche all'arte perché nell'uomo la capacità creativa ed estetica è senz’altro prevalente. Perciò sovrintende anche all’arte, che poi è pure “giudizio del bello”.
Quindi noi riflettiamo all’esterno qualcosa che c’è già dentro di noi, come dice anche Sant’Agostino, oppure confrontiamo l’oggetto esterno con qualcosa che in fondo già ci appartiene intimamente.
Dice Sant’Agostino (Le mie Confessioni-Libro XI-Cap.5):
“In qual modo, dunque,hai fatto il cielo e la terra: quale fu lo strumento di sì immenso lavoro? Non certo a guisa dell’artefice uomo: il quale forma un corpo da un altro corpo, sotto la direzione dell’intelligenza che sa riprodurre quella qualsiasi immagine che vede in sé con la vista interiore – e tal potere donde verrebbe all’intelligenza se Tu non l’avessi creata? - ; e riproduce quella immagine in una materia preesistente e capace di riceverla, come la terra, la pietra, il legno, l’oro, e così via,”
Un concetto simile lo esprime anche ok Leonardo Da Vinci, negli appunti sull’arte che scrisse nell’ultimo periodo della sua vita, quando affermò che l’opera d’arte deve avere come un’anima, emanare qualcosa di spirituale, creando così come un nuovo canone dell’arte, che, in seguito, malti avrebbero assimilato e seguito. Questo è l'autentico Codice da Vinci!
Scrive di lui Charles de Tolnay (1951):
“Prima di lui, nei ritratti manca il mistero; gli artisti non hanno raffigurato che forme esteriori senza l'anima o, quando hanno caratterizzato l'anima stessa, essa cercava di giungere allo spettatore mediante gesti, oggetti simbolici, scritte. Solo nella Gioconda emana un enigma: l'anima è presente ma inaccessibile.»
Si faccia un raffronto fra la Gioconda e un’opera ritrattistica di Picasso degli ultimi tempi. C’è una bella differenza ehh?
Ma anche Sant’Agostino, in un contesto analogo afferma:
“Tu hai dato all’artefice il corpo. Tu l’anima che comanda alle membra. Tu la materia da cui trae cosa. Tu l’intelligenza per cui impara l’arte e vede nel suo interno ciò che opererà all’esterno: e i sensi che gli permetteranno di far passare dallo spirito alla materia la sua concezione e di trasmettere allo spirito l’opera compiuta, in modo che esso nel suo interiore domandi il giudizio della verità che dica se l’opera è buona”.(Sempre Le mie Confessioni-Libro XI-Cap.5).
Sembra quasi che il destino dell’uomo sia quella di abbellire ciò che ci appare in natura, che è di per sé come un anteprima, un esemplare, un modello della bellezza. Perché la bellezza proviene dalla natura, che è tutto ciò che noi vediamo e conosciamo del mondo del bello. La fantasia non c’entra se non marginalmente. Quindi il giudizio estetico e quindi l'arte hanno anche a che vedere con la conoscenza umana, come afferma anche B. Croce nella sua "Estetica":
“..perciò l’arte è conoscenza, e’ forma, non appartiene al sentimento e alla materia psichica”.
Il concetto dell’arte abbraccia tutte le arti che sono a disposizione dell’uomo: arti figurative, letteratura, architettura, musica ecc.
Una considerazione a parte merita il fatto che oggi, molte forme o generi vengano spacciate e considerate impropriamente artistiche, mentre non c’entrano per niente col concetto dell’arte vera esposto poc’anzi. Le arti figurative sono soggette a forme mostruose e cervellotiche, passate per modernismo e astrattismo. La poesia spesso è incomprensibile e di un ermetismo assurdo e inaccessibile. Non parliamo della musica moderna, che non è assolutamente quello che dovrebbe essere, anche perché spesso condizionata da forme esasperate di derivazione afro-americana, che somigliano molto a forme primitive ed esclusive del cattivo gusto musicale, oggi purtroppo molto in voga, somigliante a uno "strimpellare" disordinato di strumenti musicali oppure (come direbbe A.Manzoni) a "un guazzabuglio di streghe..". Quando mi ascolto un brano di Mozart o di Beethoven è un’altra cosa.. dice qualcuno!
Ma vi sono alcuni elementi che contraddistinguono l’arte vera da quella falsa o comunque scadente e diversa? Si, e il principale elemento che contraddistingue l’arte autentica è l’armonia, cioè la perfezione delle parti e la sintesi completa delle stesse che compongono l'unità dell’opera, la quale deve ubbidire a rigidi canoni imposti dall’alto, cioè dal mondo spirituale.
Nella musica poi, sembra che la stessa abbia origine extraterrestre, derivando dai suoni che emettono nello spazio i pianeti e gli altri corpi celesti, ruotando intorno a sé stessi e intorno ai loro soli, nella più assoluta armonia dello spazio. Soltanto che noi non sentiamo fisicamente tali suoni essendo a una frequenza non accessibile al nostro udito, ma rimangono dentro di noi fin dal nostro concepimento e la nostra memoria è in grado in qualche caso, come nei grandi maestri geniali della musica, di recuperarli e di fare musica, la grande musica, naturalmente...
Un’idea di come dovrebbe essere un’opera d’arte, deriva a noi dalla cultura classica. Perché la nostra civiltà è un’appendice della civiltà greco-romana, compreso anche il senso dell’arte. Si pensi anche al Rinascimento italiano e poi paneuropeo ed a come ritornò in auge tutto il bagaglio complesso della cultura e civiltà classica, che pareva dimenticato dopo lo "tsunami" delle invasioni barbariche nel medioevo.
Ma perché ci è stato come inculcato questo senso, questo giudizio del bello nella nostra mente, che non può fare a meno di applicarlo in ogni cosa o attività umana? C’è effettivamente qualcosa di sacrale in questo. Alcuni religiosi pensano che tutto ciò che l’uomo produce di più bello, debba essere dedicato alle divinità in cui credono, come offerta propiziatoria. Per questo anche, si può offrire solo ciò che obbedisce rigidamente alle regole del bello assoluto. Le altre forme “secondarie” di arte sono considerate abominevoli agli occhi delle divinità. Comunque, non tutto è arte, ed “ è bello ciò che è effettivamente bello..” e mi dispiace per quanti la pensano diversamente.


 

 

 

 

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