Amici Comit

 

 

BARCELLONA/PAMPLONA 30/31 Maggio mercoledì\giovedì

 

Al  mattino visita di Pamplona (Iruña in lingua basca),  nella  Navarra (che non fa parte dei Paesi baschi ma è una regione culturalmente basca). Abbiamo percorso la via dell’ “encierro” (la strada lungo la quale, in occasione della feria de San  Fermin a luglio i giovani  corrono  inseguiti dai tori  scalmanati). Bello  il  Palazzo  dell’ Ayuntamiento (Municipio)  del sec. XVII lungo la Calle de Santo Domingo. Nella Plaza de  Toros il monumento ad Hemingway.  Nella   Plaza de  S. Jose  abbiamo  visitato la Catedral  de Santa Maria de Real di stile gotico- francese del sec. XIV-XVI  con la Madonna detta “del Bambino adottato” perché il Bambino è di epoca successiva. Nella  navata centrale si ammira la tomba di Carlo III di Navarra (m.1425) e della moglie con le statue in marmo dei due sovrani supine su un alto basamento. La sagrestia sembrava una sala da ballo con specchi e tappezzeria vistosa. Grande Refettorio con grande cucina pressoché circolare nel cui soffitto al centro c’era una grossa circolare apertura per la fuoriuscita dei fumi. 

Abbastanza eleganti i negozi di Pamplona dove abbiamo fatto vari acquisti :  belle tovaglie da tavola e tovagliette per cucina, tutto con su  la scritta (in lingua basca) “kukuzmusu” = “il bacio della  pulce” . Anche sul vestitino che ho comprato per la mia nipotina Caterina c’era la stessa scritta al di sopra del disegno colorato di due pulci con le alette  che si baciano (benché le pulci non hanno ali).

Snack seduti intorno ai tavolini di un bar all’aperto a mangiare i pintxos, detti tapas in altri luoghi della Spagna, quella serie di fette di pane che ogni bar prepara farcite con  varie cose : anchoas, o gamba con mayonesa, o salchichon, o pollo, pimiento, maiz, tortillas, tomate, insalada, ecc.ecc.  Quello insomma che anche in Italia i bar offrono (con caratteristiche culinarie più italiche) per l’aperitivo cosiddetto alla milanese (si è diffuso prima a Milano che in altre città d’Italia e in pratica intorno alle h 19,  spendendo poco, si cena con un unico piatto riempito di tante piccole cose gustose) ma già inventato evidentemente in Spagna! Milano ha sempre cercato di gareggiare in particolare con Barcellona aspirando ad imitare la  variegata vitalità della città catalana!

Nel pomeriggio, intorno alle h 15-30, partenza per i Paesi Baschi (Euskadi in lingua basca) a nord della Spagna.

Secondo dati paleoantropologici, si ritiene che circa 40000-30000 anni fa, nella Regione dei Paesi Baschi, fosse già presente l’homo sapiens  appartenente alla specie  dell’uomo Cro-Magnon (detto così perché i primi fossili umani anatomicamente moderni furono scoperti per la prima volta nel 1868 nel riparo sottoroccia di Cro-Magnon in Francia).

Ciò che comunque sappiamo di certo dei Baschi è che questa antica popolazione diffusa in Euskadi, ha sviluppato nel tempo delle caratteristiche a sé stanti, diverse dal resto d’Europa, in particolare per quanto riguarda la lingua (Euskera o Euskara)) che non ha attinenza con   nessuna  lingua  indoeuropea e presenta i tipici caratteri di una lingua arcaica scarsamente evoluta.

Il territorio abbastanza  montuoso e boscoso  ha certo contribuito a tenere isolata questa regione. Sia gli Iberi che  i Celti o gli stessi Romani o i musulmani, poco influirono su Euskadi e sul gruppo etnico che abitava questa Regione i cui abitanti perciò, consapevoli della propria diversità,  hanno sempre sentito, ancor più di altri, il bisogno di indipendenza, per conservare la propria identità culturale e la propria autonomia. Un tempo i Vascones, così  i Romani chiamavano i Baschi (sottomessi da Crasso nel 58 a.C.), da cui il termine Guascogna, diffusi prima nell’alta valle dell’Ebro e in seguito, come già detto, spinti prima dagli Iberi e poi dai Visigoti e ancor più  dai Mori  verso la zona pirenaica e nel Golfo di Biscaglia (che in Francia chiamano appunto Golfo di Guascogna (non c’era una canzonetta una volta che suonava così: “Noi siamo i cadetti di Guascogna, veniam dalla Spagna, andiamo a Bologna…”?) furono abili navigatori ma sempre  gente solitaria, e anche burberi e temuti predoni (furono i Baschi, non i Mori, a  distruggere la retroguardia di Carlo Magno a Roncisvalle nel 778). Più tardi riuscirono a creare vari  potentati   indipendenti   finchè   però   furono   inglobati  dalla  forte Castiglia (sec. XV-XVI)  continuando comunque a  mantenere  la loro autonomia.  Le tre province basche infatti (Alava con capitale Vitoria Gasteiz; Biscaglia con capitale Bilbao; Guipuzcoa con capitale San Sebastian) governavano autonomamente il proprio territorio   con i FUEROS, complesso di diritti fondati su un certo grado di autogoverno. (Anche la Navarra godeva di una

Simile autonomia).

Solo il Cammino per Santiago di Compostela (il Santuario che  sorge in Galizia)¹ è stato utile per rompere, ma appena un po’, l’isolamento  di  questa gente dato il continuo transito dei pellegrini.  (Il cammino era il percorso (a scelta su una delle due strade, una all’interno e l’altra lungo le coste delle terre basche) che i pellegrini dovevano intraprendere per arrivare a Santiago di Compostela). Nel secondo ‘800 prima, e sotto la dittatura di Franco poi, vennero  sottratte ai Baschi le loro autonomie e nasce allora il nazionalismo moderno  che,  dopo    la   seconda  guerra  mondiale, nel 1959  porterà alla nascita dell’ ETA (Euskadi Ta Azkatasuna = Terra Basca e Libertà)  organizzazione che  ha  provocato  azioni  terroristiche  e guerriglia  anche  dopo la concessione di ampie autonomie con la costituzione post-franchista  del 1978. Nel 1998, dopo trent’anni di attentati, l’Eta proclamò una tregua anche  per la robusta azione repressiva del governo, ma nel 1999 si è registrata una recrudescenza del terrorismo per cui Aznar ha fatto condannare l’intero gruppo dirigente dell’ETA.  Disordini, ancora e comunque, anche negli anni seguenti.

Nel tardo pomeriggio arrivo  a  San Sebastian, (Donostia in lingua basca), la “Perla del Cantabrico”, situata sul fiume Uruxea o Urumea, capoluogo della Provincia di  Guipuzcoa e patria di S. Ignazio Di Loyola.   Affacciata sul Mar Cantabrico-Golfo di Biscaglia, San Sebastian è un moderno centro balneare, una bellissima baia che termina a sinistra con il Monte Igueldo e a destra con il Monte  Irgull. Al centro della baia l’isoletta di  Santa  Clara. Bello il lungomare dalla  singolare  ringhiera e  ornato di  tamarindi  (così dice una rivista) o di tamerici (come dice l’amica Lia esperta di botanica). Al centro del lungomare sorge il Palazzo del Miramar fatto costruire a metà ‘800 in stile inglese dalla regina Maria  Cristina  figlia  di Francesco I di Borbone Re delle Due Sicilie e quarta moglie di Ferdinando VII Re di Spagna. 

La spiaggia destra della baia si chiama “Concha” (conchiglia) e termina con il monte Igull o Urgull su cui spicca il monumento  al Sacro Cuore.  Dal Paseo de la Concha dolce spettacolo della baia con di fronte, al centro,

l’isoletta di Santa Clara. Piacevolissima la passeggiata sotto il monte Igull

per le caratteristiche e colorate  case dei pescatori, e le trattorie dove si mangiano i mariscos (frutti di mare) e i chipirones. Sulla spiaggia di sinistra, chiamata Onderreta,  il Paseo termina con il monte Igueldo con sopra il famoso complesso scultoreo (tre sculture in ferro) che con il vento e le onde del mare formano il “Peine del Viento”  (Il Pettine del vento) dello scultore Eduardo Chillida nato a San Sebastian.

Nel XIII sec. vari incendi hanno distrutto questa città, cioè l’attuale parte vecchia che era circondata da mura (non c’erano ancora le passeggiate marittime, non era stato ancora canalizzato il fiume Urumea e, dove oggi è il resto della città, c’erano paludi e banchi di sabbia intransitabili).

Fu naturalmente ricostruita in maniera più razionale ma nel 1813, essendo stata assediata dalle truppe napoleoniche in ritirata inseguite e colpite dalle truppe alleate anglo-portoghesi, fu colpita e quasi distrutta. Di nuovo ricostruita si riprende però definitivamente solo quando, per guarire una malattia cutanea della sovrana Isabella II dei Borbone di Spagna, figlia di Maria Cristina e Ferdinando VII (seconda metà dell’ ‘800),  il medico le consigliò una cura di bagni di mare. La regina scelse San Sebastian per la cura, e per più di vent’anni, fino al suo esilio, fu fedele a questo appuntamento estivo e diffuse anche nella sua corte l’abitudine della villeggiatura a San Sebastian.

Anche nel periodo della Bella Epoque l’alta società internazionale si continuò a dare ancora appuntamento per l’estate a San Sebastian,  in quanto la Regina Maria Cristina, figlia di Carlo Ferdinando d’Austria e di Isabella d’Austria-Este-Modena  (moglie di Alfonso XII e Reggente per il figlio Alfonso XIII) continuò la tradizione della villeggiatura in quella baia.

La Plaza de la Constitucion (1827) è la più caratteristica : un quadrato, contornato di case con portici. Un tempo era usata come arena per la corrida e infatti i balconi dei palazzi che si affacciano sulla piazza hanno ancora i numeri che li contraddistinguevano come Palchi per gli spettatori. (Un tempo la corrida veniva fatta appunto fra le case in piazze quadrate come se ne vedono anche altrove. L’uso dell’arena circolare costruita ad hoc è più moderno).

La città vecchia conserva le sue viuzze pittoresche, le piazzette animate da caffè tipici e una animata strada, la Calle Mayor, che porta alla grande chiesa Santa Maria dalla facciata churrigueresca (Churriguera è il nome di una delle più famose dinastie di architetti e scultori barocchi di origine catalana).  La chiesa più antica di San Sebastian è   San Vicente.

Devo dire  che a San Sebastian siamo stati proprio bene, però aggiungo che   ci ha aiutato un po’ di fortuna! Perché  se per caso, a nostro rischio e pericolo, fossimo andati nella periferia orientale di San Sebastian, nel borgo di Passaje de San Juan, avremmo avuto un’idea di come effettivamente vanno tutt’ora  le cose a proposito dell’ETA. Sui  muri avremmo visto dovunque la stella rossa dell’Eta (gora Eta, viva Eta) e murales che celebrano  il partito affiliato all’ETA  (Herri Batasuna) e  manifesti che fanno vedere i sorrisi di tutti gli etarras attualmente detenuti, circa novecento. Aznar a suo tempo è stato molto repressivo ma ha  anche imbrogliato la Spagna quando  tentò di addebitare a  una cospirazione islamico-etarras  la strage compiuta da terroristi arabi a Madrid nel 2004.  Oggi diciamo che ci sarebbe una tregua. Il 24 marzo 2006 l’Eta ha dichiarato infatti la tregua e ha iniziato trattative con Zapatero. I filosofi baschi Fernando Savater  e Carlos Gorrarian,  co-fondatori di “Basta Ya” (“adesso basta”) organizzazione moderata ostile sia allo spagnolismo che all’estremo nazionalismo basco,  puntano sia a fissare un limite oltre il quale il potere centrale non può essere eroso, che a uniformare gli statuti autonomi (il governo basco ha poteri estesi, dispone di una polizia propria, di una televisione e di un sistema scolastico ossessivamente basco),  e anche   a rafforzare lo stato di diritto.  Perchè l’ETA può tornare in trincea da un momento all’altro. La pace è in pericolo. Non per niente la Spagna ultimamente  si è pronunciata in maniera negativa per l’ndipendenza del Kosovo, perché la Spagna ha i suoi guai con i Paesi Baschi. Certo, Zapatero ha promesso che sarà implacabile con il terrorismo e sta cercando anche di coinvolgere il nazionalismo moderato in una sorta di patto antiterrorismo. In concreto  però diciamo che l’ETA praticamente ha già abrogato da un po’ la tregua tant’è vero che sia nel 2007 che recentemente (marzo 2008) si sono verificati nuovi attentati. Zapatero dall’ETA viene chiamato “Harry Potter”, un ragazzino cioè che crede di avere la bacchetta magica.

Cena mediocre in albergo: solo insalata e pollo e forse un po’ di dolce! Penoso! E già, faceva parte del pacchetto!

 

¹) Secondo la tradizione l’apostolo Giacomo Maggiore, vissuto sette anni in Galizia, sarebbe da qui partito per evangelizzare la Spagna e poi morì in Oriente dove i discepoli di Spagna andarono per riportarne il corpo in Galizia. L’apparizione di una stella (Campus stellae ═  Compostela) nell’813 avrebbe indicato il luogo di sepoltura. Il re delle Asturie Alfonso II fece erigere il Santuario meta dei pellegrini del medioevo che per arrivarci dal nord-Europa percorrevano in Spagna o il Cammino costiero più agevole o anche quello interno (entrambi  i Cammini passavano attraverso i Paesi baschi.

 

 

 

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Amici Comit - giugno 2014