Amici Comit

 

 

ZARAGOZA 03 giugno domenica

 

Al mattino partenza per Zaragoza (Saragozza) e visita della città sull’Ebro. Antico insediamento dei celtiberi col nome di Salduba, divenne colonia romana e venne chiamata Caesaraugusta. Fu occupata dagli Svevi nel 452, dai Visigoti nel 466, dai Franchi nel 631 e  poi, come capitale di un principato arabo dal 713 al 1118,  si chiamò Sarakusta. Divenuta capitale del Regno d’Aragona si chiamò Saragozza. Nel centro storico bella la Seo, la Cattedrale del sec. XI rifatta in  forme gotiche con un tiburio mudejar (lo stile mudejar è un misto di stile arabo e di stile cristiano) del sec. XIV rivestito di azulejos; al centro della navata mediana il Coro delimitato da un ricco recinto plateresco (il termine plateresco deriva dallo spagnolo platero = “argentiere” e si caratterizza per una decorazione fastosa da orificeria). A sinistra del santuario la Parroquieta con il sepolcro dell’arcivescovo Lope Fernandez de Luna.

Stupenda la Plaza del Pilar con la chiesa NUESTRA SEÑORA DEL PILAR. A sinistra della chiesa il monumento a Goya e in fondo a destra una grande fontana formata da una alta e larga parete inclinata, decorata con piastrelline azzurre su cui scivola l’acqua.  La chiesa di Nuestra Señora, seconda cattedrale di Saragozza, fu fondata, secondo la tradizione, nell’anno 40 da S. Giacomo apostolo, dopo che la Vergine gli era apparsa  sopra un pilastro (pilar), ma l’edificio attuale con un grande cupolone centrale, quattro campanili e dieci cupole minori, fu eretto a cominciare dal 1681. Nella capilla de N. Señora del Pilar piccola statua trecentesca della Madonna in alabastro sopra una colonna (il pilar) . Prezioso retablo gotico in alabastro  all’altare maggiore davanti al quale abbiamo seguito la messa. Nel museo pilarista schizzi autografi degli affreschi di Goya.

Più tardi visita  all’antico palazzo dei re moreschi, l’Aljaferia, divenuto poi residenza della corte aragonese e quindi sede dell’Inquisizione. Del periodo arabo il Palazzo conserva forse la parte sinistra della facciata e forse la Torre del Trovador, leggendario personaggio narrato nel 1836 da Garcia Gutièrrez e più tardi immortalato da Verdi. L’Aljaferia risponde al modello di abitazione arabo con un patio rettangolare a cielo aperto con una “alberca” (una fontana) e due portici laterali con vari archi dalle linee diverse. C’è anche una piccola moschea. Le sue apportazioni stilistiche furono riprese nei Reales Alcazares di Siviglia e nell’Alhambra di Granada. Dopo la conquista di Saragozza da parte di Alfonso d’Aragona (1118) il Palazzo con le belle Sale stile mudejar  divenne residenza dei monarchi aragonesi. Durante la visita Daniela ci ha fatto notare attaccato a una parete  una specie di piccolo arazzo su cui erano intessuti i  4 stemmi dei  4  stati, Aragona Castiglia Navarra Leon, che unificarono la Spagna dopo aver cacciato gli arabi. Ma uno dei custodi del Palazzo invece ci ha fatto osservare che uno degli stemmi non era quello della Navarra, che si era unita solo più tardi agli altri tre Stati (nel 1512), ma  lo  stemma  della Sicilia (!) che faceva parte del Regno d’Aragona.

Con il pullman siamo passati vicino all’Arena de toros dove si stava svolgendo una corrida, ma non siamo entrati.

Cena in albergo con insalata russa e pollo. Sempre penose le cene in Hotel. Mai niente di liquido, non so, una minestra, una sopa, una soupe,  un potage,  una supe,  un brodo vegetale, un brodino di dado! Niente.

 

 

 

 

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Amici Comit - giugno 2014