Conoscevo già molto bene la parte della via Julia Augusta che - costruita
nel 181 a.C. dai romani e arricchita da 5 ponti fatti costruire nel II
secolo d.C. dall'Imperatore Adriano - si snoda nell'entroterra di Finale
Ligure. Sapevo dell'esistenza del tratto che da Albenga porta ad Alassio
passando a mezza costa delle colline con una lunghezza complessiva di 5.5
km.
Alcuni giorni fa ho deciso di percorrerla.
Ne è valsa la pena: immersa nella natura e a picco sul mare (sempre presente
durante il percorso insieme all'isola Gallinara) la via Julia Augusta è
gradita anche a coloro che amano i cimeli storici.
Nella prima parte si incontrano alcune tombe appartenute alla necropoli
meridionale di Albingaunum (Albenga). In pessimo stato di conservazione
(come in altre parti d'Italia gli agricoltori hanno spogliato la strada e
gli edifici tombali delle pietre e dei caratteristici blocchetti per
utilizzarli nelle loro abitazioni e nei muri di contenimenti, le cosiddette
"fasce" che caratterizzano le coltivazioni liguri, strappate alle colline).
Da segnalare purtroppo che questa sorta di "via sacra" è contaminata dal
proliferare di abitazioni moderne (frutto di speculazioni edilizie del
dopoguerra) e campeggi che ne alterano il carattere cimiteriale.
Lungo il percorso, nei pressi di Alassio, si possono vedere due splendide
chiese datate al X-XI secolo. La più bella, S. Anna ai Monti, è purtroppo
proprietà di privati e chiusa. Impossibile entrare nell'Abbazia di San
Martino all'inizio del percorso.
Si arriva sul piazzale della chiesa di Santa Croce il cui belvedere
consente una stupenda vista sul golfo.
Il percorso è praticamente tutto in piano e non presenta difficoltà di sorta
(solo un poco di attenzione nello scavalcare i massi di pietra della frana)
e merita di essere "affrontato" ad ogni età.
Vi lascio ora alla galleria fotografica: sulle immagini ingrandite
potrete trovale le didascalie che le illustrano.
Alfredo Izeta - settembre 2014
La
Via Julia Augusta è una via consolare romana la cui costruzione iniziò nel
13 a.C. per volere dell'imperatore Augusto onde completare il collegamento
stradale tra Roma e la costa meridionale della Gallia, giungendo fino ad
Arles.
Il suo percorso iniziava a Placentia (Piacenza) e, passando per Dertona
(Tortona) e Aquae Statiellae (Acqui Terme), si concludeva presso il trofeo
di Augusto della Turbie, eretto dall'imperatore nel 7-6 a.C. fra Mentone e
Nizza (Francia). Successivamente fu prolungata fino ad Arelate (Arles), per
collegarsi alla via Domitia (via Domizia).
Lungo il suo tragitto attraversava, fra gli altri, i centri romani di Vada
Sabatia (Vado Ligure), Finarii (Finale Ligure, dove l'imperatore Adriano nel
124 d.C. la dotò di 5 magnifici ponti, tre dei quali ancora discretamente
conservati, Albingaunum (Albenga), e Albintimilium (Ventimiglia).
In pratica non era altro che il proseguimento della già esistente via
Aurelia/via Æmilia Scauri che fino ad allora terminavano a Vada Sabatia. Una
volta completato, l'intero sistema stradale Aurelia-Æmilia-Augusta era lungo
962 km.
Nel territorio ligure i resti del tracciato stradale originario sono
individuabili solo in pochi casi, come tra Albenga ed Alassio, dove
rimangono tracce del selciato antico, e nel finalese.
Molto probabilmente il suo percorso, nel tratto ligure, era quasi sempre
parallelo alla costa, ma molti sono i dubbi riguardo al tracciato litoraneo
tra Vado e Finale, dove doveva affrontare e valicare massicci montuosi e
promontori a picco sul mare. Per superare questa zona avrebbe dovuto
arretrare notevolmente, ma va presa in considerazione la possibilità che,
per evitare i tratti più accidentati, si ricorresse alla navigazione di
piccolo cabotaggio.
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Anici Comit - settembre 2014